Questo blog è una raccolta disordinata dei miei appunti. Il tema principale è la storia di Roma.
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martedì 23 ottobre 2012

Roma nel Medio Evo: La rinascita del Senato, lo schiaffo di Anagni

Nell’XII secolo commercianti ed artigiani acquisivano ricchezza e importanza, la città suddivisa in rioni (un po’ ereditando la suddivisione in regio del periodo augusteo). Il senato, ricreato nel 1143 si opponeva al potere papale e a quello delle grandi famiglie. Ogni rione forniva 4 senatori, quindi l’assemblea si componeva di 56 elementi. Ma non aveva un potere effettivo.

Nel 1145 Arnaldo da Brescia venne a Roma. Predicava una comunità autonoma ed antipapale. Venne scomunicato tre anni dopo, ma non perseguitato perché godeva di un vasto favore popolare. Lui ed i suoi seguaci vedevano Federico Barbarossa come l’instauratore del potere laico in Roma e lo chiamarono. Nel 1152 il papa riconobbe l’istituzione del Comune di Roma. All’epoca era papa Anastasio IV. Venne eletto l’inglese Adriano IV.

Arnaldo da Brescia

Per il mancato omaggio dei senatori ad un evento luttuoso circa l’assassinio di un cardinale, il papa colpì d’interdetto i romani. Unico modo per revocarlo: espulsione ed uccisione di Arnaldo.
Quando una comunità era colpita da interdetto, quasi tutti i sacramenti non venivano concessi ai suoi membri, con alcune eccezioni: il battesimo e l'eucarestia per i morenti. Non era concessa la sepoltura in terra consacrata, le messe erano celebrate solo privatamente, una volta alla settimana, per consacrare le ostie necessarie all'eucarestia dei morenti, le confessioni erano fatte nel vestibolo della chiesa o fuori. I laici potevano udire i sermoni la domenica nel vestibolo, ma non la lettura delle Scritture, neppure a Pasqua.
Federico Barbarossa
Arnaldo fu consegnato al Barbarossa e messo al rogo nel 1155. Le sue ceneri furono gettate nel Tevere per evitare il loro utilizzo come reliquie. Il motivo di tanta ferocia verso di lui non furono le sue critiche sull’abuso di ricchezze da parte del clero, ma l’averlo considerato eretico perché contestava il potere temporale dei papi.

Federico sconfisse i Romani presso Monteporzio nel 1167 e solo 21 anni dopo vi fu una pacificazione con il papa il quale riconobbe una forma di autonomia al Comune.
Ma i contrasti continuarono: nel 1234 il Barbarossa addirittura saccheggiò il Laterano. Poi nel 1252 un altro forestiero si affacciò a Roma: Brancaleone degli Andalò. Divenne senatore, favorevole ai ceti popolari, ostile verso la nobiltà (fece abbattere la sommità di numerose torri). Furono redatti statuti, ma venne cacciato nel 1255, poi richiamato tre anni dopo. Ma morì subito dopo (1258).
Carlo d'Angiò

Nel 1263 divenne senatore Carlo d’Angiò, per volere di papa Urbano IV, ma non fu gradito alla nobiltà. In quegli anni  era forte la rivalità tra Orsini (a favore del papato) e Colonna (a favore dell’impero). Niccolò III (1277) si trasferì in Vaticano – più facilmente difendibile - abbandonando il Laterano. Si fece nominare senatore. Alla sua morte (1285), il d’Angiò si riprese la carica, ma vi fu una rivolta al termine della quale fu eletto papa Onorio IV dei Savelli.

L’ultimo papa prima di Avignone, fu Bonifacio VIII Caetani, famoso – oltre per aver indetto il primo Anno Santo – per l’episodio famosissimo dello “schiaffo di Anagni”.

Lo schiaffo di Anagni
Avvenne il 7 settembre del 1303, la leggenda narra che Sciarra (il litigioso) Colonna schiaffeggiò Bonifacio. Il re di Francia – Filippo il Bello – intimò al papa di ritirare la bolla di scomunica emessa contro di lui. Il motivo della scomunica nasceva dal contrasto tra re e papa in merito al potere temporale dei papi, disconosciuto da Filippo. Il papa fu rinchiuso nel suo palazzo e invitato ad abdicare, ma i cittadini di Anagni lo liberarono. Dopo un mese il pontefice morì, dando il via libera alla Francia di controllare il papato anche tramite il trasferimento ad Avignone.

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