Questo blog è una raccolta disordinata dei miei appunti. Il tema principale è la storia di Roma.
Se passi per da queste parti, ti ringrazio. Se vuoi lascia pure un commento, ma abbi pazienza ... li guardo solo ogni tanto

venerdì 17 maggio 2013

Glossario romano ... tanto per ricordarsene al volo

ogni tanto aggiungo qualcosa ...

CENTURIA: unità, originariamente di 100 uomini, in cui Servio Tullio suddivise la cittadinanza in base al censo, a scopo militare e politico.

COMIZIO (andare insieme): luogo ove si adunavano i cittadini.

COMIZIO CENTURIATO: assemblea per l’elezione dei magistrati, l’approvazione delle leggi e il giudizio di speciali processi.

COMIZIO CURIATO: assemblea del popolo ove venivano investivano del potere i re e i magistrati; erano interpellati in caso di dichiarazione di guerre.

CURIA: la più antica ripartizione politica e religiosa del popolo romano, attribuita a Romolo, il quale avrebbe diviso i cittadini in tre tribù (Tizî, Ramni e Lùceri) e ciascuna di queste tribù in dieci curie, le quali funzionavano come ufficio dello stato civile e di leva, riunendosi in assemblea nei comizî curiati.

DITTATORE: nella Roma repubblicana, magistrato straordinario investito di pieni poteri civili e militari, che rimaneva in carica sei mesi.

PONTEFICE:  ciascuno dei membri del collegio a carattere giuridico-sacerdotale presieduto da un pontefice massimo . Il termine pontifex (da pons «ponte» e tema di facere «fare») inizialmente forse designava colui che curava la costruzione del ponte sul Tevere. Il numero dei pontefici variò nel corso del tempo. Nel 300 a.C. fu aperto alla partecipazione dei plebei (precedentemente la condizione patrizia era requisito indispensabile per accedere al pontificato).

TRIBUNO:  magistrato, funzionario ed ufficiale le cui funzioni erano connesse alle tribù.

TRIBUNO DELLA PLEBE: magistrati eletti annualmente dalla plebe (da 2 a 10, a seconda dei tempi) per difendere i plebei contro gli abusi del potere statuale; erano dotati di facoltà solo negative (l’intercessione, cioè il veto o l’annullamento dell’atto o del decreto), di un potere derivante non dalla legge ma dal sostegno del popolo, tuttavia molto ampio.

TRIBUNO MILITARE: ufficiali superiori della legione romana (all’inizio erano 3, poi 6): in età repubblicana erano subordinati al console, eletti dal popolo (inizialmente venivano invece nominati dai magistrati) e comandavano collegialmente la legione, due per volta con turno mensile. Oltre che nella legione, in età imperiale vi furono tribuni anche a capo di alcuni reparti ausiliari e delle coorti di stanza a Roma.

TRIBUNO PAGATORE: capi elettivi delle tribù, con funzioni amministrative tra le quali il compito di distribuire il soldo alle reclute (donde il nome), col tempo sostituiti in questa funzione dai questori.

giovedì 9 maggio 2013

Il dio Pan: quando l'estetica è una condanna

Sua madre – la ninfa Driope - fuggì terrorizzata vedendolo per la prima volta. Era deforme, l’aspetto caprino. Suo padre, Ermes, ebbe pietà di lui: lo avvolse in una pelle di lepre e lo portò nell’Olimpo. Ma divenne lo zimbello degli dei, deriso da tutti, specie da Dioniso. Qualcuno di loro ipotizzò che fosse il frutto dell’accoppiamento tra Zeus ed una capra.
Quando crebbe lasciò l’Olimpo. Era inguardabile, da solo vagava tra i monti dell’Arcadia, pascolando greggi ed allevando api. Divenne, così, un dio terrestre; amante della natura, allegro e spensierato.

Salvò Zeus dal mostro Tifone con un urlo agghiacciante e il padre degli dei – per riconoscenza – gli dedicò un segno zodiacale: il capricorno.


A causa della sua bruttezza, venne rifiutato e fu costretto ad “amare” se stesso. Si innamorò della Ninfa Siringa che per sfuggirgli si trasformò in canna. Era generoso, pronto ad aiutare chiunque gli chiedesse aiuto, ma era brutto!  Non resse alla contrapposizione della bellezza incarnata da Venere, Apollo, Ganimede: fu l’unico dio che morì, come riferì il navigatore Tamo.


Nel tempio di Delfi c’era una sua statua e quando i Galli invasero la città, rimasero terrorizzati dal suo aspetto, fuggirono: furono colti – per così dire – dal “timor pan … ico”. Sì! panico deriva proprio da Pan.

La religione Cristiana si ispirò a lui per creare l’iconografia del demonio, di Satana stesso.


Come vedete, da sempre la bellezza conta. L’essere sgradevoli d’aspetto penalizza, al di là dell’esser più o meno generosi con gli altri.

giovedì 2 maggio 2013

Enea, Romolo e Remo

Così ci racconta Tito Livio.

Raffaello Sanzio: Enea e Anchise in fuga da Troia in fiamme
Tutto nasce dall'incendio di Troia: Enea si salva, fugge col padre Anchise ed il figlio Ascanio. Giunge sulle coste laziali e si sposa con Lavinia, figlia del re Latino, monarca dell'omonima popolazione indigena. Nasce così la stirpe latino-troiana ed Enea fonda Lavinium (nei pressi dell'attuale Pratica di Mare).

Ma scoppia la guerra con Turno, re dei Rutuli, promesso sposo di Lavinia. Turno si allea con gli Etruschi di Cerveteri ed uccide Latino. Il troiano reagisce: vince la guerra ed uccide di suo pugno Turno; inizia così la supremazia degli antesignani del popolo romano.

Enea che uccide Turno
Enea scompare per mano divina, mentre Ascanio fonda Alba Longa: siamo nel 1.100 a. c..
Passano circa 400 anni. Ad Alba Longa regna il buon Numitore che ha una figlia bellissima: Rea Silvia. Amulio, fratello di Numitore, lo scalza dal trono. Il nuovo re, non volendo una discendenza maschile che mettesse in pericolo il suo regno, costringe Rea Silvia a diventare sacerdotessa di Vesta, costringendola alla verginità. Ma era talmente bella che Marte se ne invaghisce e la possiede. E' lo scandalo: una vestale incinta! Amulio ha gioco facile nel condannare a morte Romolo e Remo, frutto della passione tra il dio e la vestale.
Enea e Lavinia
Rea Silvia cerca di salvare i suoi figlioletti: come accadde per Mosè, anch'ella abbandona i piccoli su una cesta in balia delle acque del Tevere.
Vaga una lupa per la campagna punteggiata da bassi colli. E' incredula per la perdita dei suoi cuccioli, uccisi da un predatore. Ha sete, scende verso il fiume. Mentre si disseta sente un disperato vagito. Sotto un fico, in un acquitrino, vede la cesta con i neonati. L'istinto materno vince: comincia ad allattarli.

Faustolo, un allevatore di porci, vede la scena e si commuove; porta i due gemelli nella sua capanna dove c'è la moglie Acca Larenzia. Li adottano, crescono belli, sani e forti.
Pieter Paul Rubens: Romolo e Remo allattati dalla lupa
Ormai ragazzo, Remo viene rapito dai banditi al soldo di Amulio. Suo fratello, Romolo, interviene uccidendo Amulio l'usurpatore, rimettendo sul trono il nonno Numitore. Il re di Alba Longa li invita a fondare una nuova città nei pressi di un'ansa del fiume (una "ruma", come la chiamavano gli Etruschi), ove il guado era facile.
Remo prigioniero al cospetto di Amulio sul trono
Ma scoppia un diverbio tra fratelli: litigano sul colle ove fondare la comunità (Romolo aveva deciso per il Palatino, Remo per l'Aventino). Allora decideranno gli auspici: Remo sogna sei avvoltoi, Romolo afferma di averne sognati dodici!
Il Cavalier d'Arpino: la fondazione di Roma
Così Romolo si proclama vincitore della disputa e con un aratro traccia il solco che stabilirà il
confine della nuova città. Ma Remo reagisce: contrariamente a quanto stabilito dal
fratello, oltrepassa tale solco, cioè invade la città, violando il recinto sacro (il pomerio), venendo ucciso dal fratello.
E' il 21 aprile del 753 a. c., ovvero l'anno 0 ad urbe condita