Questo blog è una raccolta disordinata dei miei appunti. Il tema principale è la storia di Roma.
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venerdì 12 ottobre 2012

I porti di Roma: Ripa, Ripetta e Leonino

Il porto di Ripa Grande

All’altezza del San Michele, vicino a Porta Portese, una volta sorgeva il porto di Ripa Grande.
Già dal IX secolo la zona era dotata di approdi come la Ripa Romea (per i pellegrini) e la Ripa Graeca (per il commercio).

All’inizio era di piccole dimensioni, poi ingrandito col passare degli anni. Ospitò l’ufficio doganale. Sul Tevere potevano navigare solo piccoli velieri, pertanto le merci venivano caricate su barconi all’altezza di Fiumicino e poi i barconi venivano trainati o da buoi, oppure dai pilorciatori, uomini di fatica che tirava le funi da una parte e dall’altra del fiume.



Una piccola curiosità: il termine “spilorcio” deriva da “pilorciatore” cioè “tirato”, “avaro”. Leone IV per timore dei Saraceni, fece costruire due torri tra le quali era sottesa una grande catena, per bloccare nottetempo eventuali invasioni. Il porto divenne “Grande” quando Innocenzo XII alla fine del 1600 lo fece ampliare, costruendo grandi edifici (tra questi la dogana). Collegato a questo porto, ma situato di fronte all’Emporium, nel 1700 venne istituito l’arsenale pontificio per la riparazione delle navi. Il porto fu distrutto con la costruzione degli argini e la ferrovia per Civitavecchia.

Il porto di Ripetta o Clementino

All’altezza della chiesa di San Rocco, vi era un porticciolo abusivo per scaricare legno, carbone e vino. Clemente XI, all’inizio del 1700, decise per la costruzione di un porto monumentale. Il travertino fu disponibile “grazie” ad un terremoto che fece crollare una parte del Colosseo.


Venne costruita una fontana e una lanterna per facilitare le operazioni notturne. Col tempo e con l’incuria, il porto venne degradandosi, fino alla sua distruzione, nell’indifferenza generale, all’atto della costruzione dei muraglioni sul Tevere.

Il porto Leonino

Leone XI, nel 1800 fece costruire questo piccolo porto per il trasporto delle merci per il Vaticano. Era situato all’inizio di via della Lungara. Dotato di un mascherone da cui zampillava l’Acqua Lancisiana … Lancisi era l’archiatra (cioè il medico personale del pontefice) che ne esaltava le virtù terapeutiche. L’acqua proveniva da una sorgente del Gianicolo, che nel 1950 fu chiusa per sospetto inquinamento.


Il mascherone, costruito sul finire del 1500 per ornare il campo vaccino (il foro romano) ora si lo potete ammirare al Parco degli Aranci.

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