Questo blog è una raccolta disordinata dei miei appunti. Il tema principale è la storia di Roma.
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venerdì 5 ottobre 2012

Il sacco dei Vandali del 455

Forse il sacco dei Vandali è figlio di un’altra violenza: violenza che produce violenza!

Petronio Massimo nel 455 uccide l’imperatore d’occidente Valentiniano III. Petronio è intenzionato a sposare la moglie dell’ucciso – Eudossia. Minaccia di ucciderla se si rifiuta. Lei, per vendicare la morte del marito e per sfuggire a tale violenza, implora il re dei Vandali Genserico per salvarla.
Genserico non se lo fa dire due volte:  salpa da Cartagine con le sue navi, risale il Tevere, entra in Roma il 2 giugno del 455 dalla Porta Portuense (l’odierna Porta Portese) e la saccheggia.


Papa Leone I, colui che si dice bloccò Attila nel 452 presso Governolo,  supplica Genserico affinché non  compia carneficine e non distrugga la città. In effetti questa supplica viene accolta: ma la città venne depredata di ogni bene. Carri stracolmi di oro, argento, bronzo e tutto quanto fosse di valore veniva portato via, così racconta Gregorovius (ma chi era costui? Una volta ne parlerò!) . Petronio Massimo in fuga venne raggiunto ed ucciso dai Romani stessi.


Procopio ci racconta che Genserico occupò il palazzo imperiale sul colle Palatino facendo prigioniera Eudossia e le sue figlie Eudocia e Placidia. Saccheggiò anche il sancta sanctorum dei Romani: il tempio di Giove Capitolino. Ma una delle sue navi, carica delle statue frutto dello scempio, in navigazione verso Cartagine scomparve e non fu mai più ritrovata.

Il re dei Vandali, al suo ritorno a Cartagine portò via con sé Eudossia e figlie. Una di queste, Eudocia, addirittura sposò uno dei suoi figli. Alla fine, su richiesta dell’imperatore d’oriente, Placidia ed Eudossia furono portate a Costantinopoli.


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