Questo blog è una raccolta disordinata dei miei appunti. Il tema principale è la storia di Roma.
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lunedì 8 ottobre 2012

Storia del calendario occidentale

Roma era stata appena fondata da Romolo, siamo nel 753 a. C.. La tradizione vuole che Romolo subito istituì un calendario derivato da quello lunare greco. Iniziava con la luna piena di marzo e durava dieci mesi:

Martius (31 giorni), Aprilis (30 giorni), Maius (31 giorni), Iunius (30 giorni), Quintilis (31 giorni), Sextilis (30 giorni), September (30 giorni), October (31 giorni), November (30 giorni), December (30 giorni).

Dopo dicembre - secondo Ovidio - i giorni dell’anno non si contavano più fino al marzo successivo.

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Con Numa Pompilio nel 715 venne ideato un nuovo sistema ove l'anno durava 355 giorni e per compensare i dieci giorni di differenza si ricorreva all'intercalazione di un mese straordinario di 22 o 23 giorni ogni due anni; il mese era noto come Mercedonio o Intercalare

marzo (31 giorni), aprile (29 giorni), maggio (31 giorni), giugno (29 giorni), quintile (31 giorni), sestile (29 giorni), settembre (29 giorni), ottobre (31 giorni), novembre (29 giorni), dicembre (29 giorni), gennaio (29 giorni), febbraio (28 giorni) e – ogni due anni - mercedonio  (una volta di 22 giorni, la volta successiva di 23 giorni).

Comunque l’anno iniziava sempre dal mese di marzo. I giorni del mese erano indicati con un sistema di conto alla rovescia.
Ogni mese prevedeva tre giorni principali: il primo giorno del mese aveva il nome di Calende, il quinto aveva il nome di None e il tredicesimo di Idi. Gli altri giorni si indicavano con il numero di giorni che mancavano al prossimo giorno principale, contati però inclusivamente.
Ad esempio così il giorno II (pridie) prima delle Idi di aprile è il 12 aprile, il giorno III è l'11 aprile e così via. I giorni finali del mese erano indicati con il nome del mese successivo: il 25 marzo si scriveva come VIII dalle Calende di aprile.

La data delle None e delle Idi per i mesi lunghi (marzo, maggio, quintile, ottobre) era ritardata di due giorni, il 7 e il 15 invece del 5 e del 13. Il primo mese dell'anno era ancora marzo.


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Arrivò Giulio Cesare e nel 46 a.C. – racconta Plinio – incaricò l’alessandrino Sosigene di ideare un nuovo sistema. Il calendario di Numa aveva portato uno spostamento dell’estate nei mesi di ottobre e novembre! Pertanto Sosigene eccezionalmente rese il 46 a.C. un anno di 456 giorni. Il nuovo calendario era il così:

gennaio (31 giorni), febbraio (28 o 29 giorni), marzo (31 giorni), aprile (30 giorni), maggio (31 giorni), giugno (30 giorni), quintile (31 giorni), sestile (31 giorni), settembre (30 giorni), ottobre (31 giorni), novembre (30 giorni), dicembre (31 giorni).

Ogni 4 anni doveva essere intercalato un giorno in più, detto bis-sextum (cioè due volte sesto) perché inserito il giorno dopo il 24 febbraio (giorno sesto dalle calende di marzo); questo anno speciale prese il nome di bisestile.


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Nel concilio di Nicea del 325 fu rilevato che l’equinozio di primavera di era spostato al 21 marzo, anziché al 25, come ai tempi di Cesare. La chiesa si limitò a prenderne atto.
In seguito molti proposero modifiche, tra questi il venerabile Beda nel 700.

Si arrivò, così, fino al 1582 anno in cui l’equinozio era arrivato all’11 marzo! Il cardinale Guglielmo Sirleto (su progetto di Luigi Giglio) stabilì di saltare 10 giorni in modo da riportare l'equinozio al 21 marzo; l’umanità si addormentò il 4 ottobre del 1582 per svegliarsi la mattina dopo che era già il 15 ottobre!!!!
In quel periodo regnava papa Gregorio XIII e Luigi Giglio stabilì quanto segue:

non sono bisestili gli anni secolari tranne quelli divisibili per 400”.

 

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