Foro romano - la colonna di Foca
L’elezione del papa era sottoposta all’autorità imperiale. Come in oriente, anche a Roma si diffuse il culto delle reliquie dei santi. L’economia dell’Urbe si basava molto sul flusso dei pellegrini e sulle donazioni. Nel 663 a Roma fece visita un imperatore dopo due secoli, Costante II. In tale occasione l'imperatore si occupò di spogliare gli antichi edifici da tutto il metallo facilmente asportabile, per gli armamenti da usare contro i musulmani: ne fecero le spese le tegole di bronzo dorato della copertura del Pantheon.
Nel 680 venne sottoscritto un trattato di pace con il regno longobardo con il quale per la prima volta i Bizantini riconoscevano ai Longobardi il possesso dei territori da essi occupati in Italia.
Dalla seconda metà del 600 vi furono continui episodi di rivolta mettendo in evidenza le tendenze autonomistiche delle aristocrazie locali e il sempre maggior ruolo politico temporale della Chiesa di Roma. Ciò comportò un progressivo indebolimento dell'autorità imperiale in Italia.
Poi, nella prima metà del 700 l’iconoclastia: l’imperatore Leone III bandì il culto delle immagini sacre, con l'opposizione di papa Gregorio II. Ma questi, comunque non ruppe con Bisanzio per paura dei Longobardi.
Re Liutprando dei Longobardi era conteso tra il papa e l’esarca. Il re longobardo tentò di approfittare del contrasto teologico (iconoclastia) e propose alla Chiesa un'alleanza, che non venne accettata. Fu tuttavia donato al papa Gregorio II il territorio di Sutri nel 728, che costituì il primo nucleo dello Stato pontificio. Papa Zaccaria (741-752) organizzò il territorio intorno alla città, fondando le prime domus cultae, vere e proprie aziende agricole facenti capo alla Chiesa, che assicuravano l'approvvigionamento della città.
Nel 749 venne eletto re dei Longobardi Astolfo il quale invase l’Esarcato con la stessa Ravenna che divenne centro del regno longobardo. Pretese che il ducato romano pagasse un tributo di tanti soldi d'oro quanti erano gli abitanti del ducato. Il papa, non ricevendo gli aiuti richiesti all’imperatore d’Oriente, chiese l’aiuto del re dei Franchi Pipino il Breve.
Fu stipulato un patto che prevedeva la spartizione dell’Italia in due parti: il nord ai Franchi, il sud al papa. In dettaglio, le terre da assegnare al papato erano il Ducato di Roma, la Corsica, la Tuscia longobarda, l’Esarcato, la Venezia, l’Istria, l’Emilia, le città e regioni a Sud della linea Luni-Monselice, e infine i ducati di Spoleto e Benevento.
Nel 754 Pipino sconfisse Astolfo nei pressi di Susa, ma questi nel 756 invase di nuovo il ducato romano, espugnando Narni e assediando Roma: Papa Stefano II sollecitò di nuovo l'aiuto di Pipino, che discese in Italia nello stesso anno, sconfisse di nuovo i Longobardi e costringendo Astolfo a cedere Esarcato e Pentapoli al Papa invece che all'Impero.
Ciò suscitò la protesta dei Bizantini, ma Pipino non cedette. Nacque così il potere temporale dei Papi e il primo embrione dello Stato della Chiesa.
Nessun commento:
Posta un commento