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sabato 8 luglio 2017

Il Concilio di Basilea (il Piccolo Scisma)


Nel 1431, con Martino V riemergono le discordie dello Scisma di Occidente.

Nello stesso anno, muore Martino e fu eletto Eugenio IV (1431-1447), che indisse un Concilio che si svolse in più sedi: prima Basilea, poi Ferrara, poi Firenze ed infine a Roma, ove si chiuse nel 1445.


Scopo principale del concilio era trattare l'unione con la Chiesa ortodossa, dopo il Grande Scisma del 1054. I padri conciliari, traumatizzati dal ricordo dello Scisma d'Occidente, propendevano in maggioranza per la superiorità delle decisioni del Concilio sul papa (conciliarismo).

Eugenio IV, giudicando tale propensione verso il conciliarismo in contraddizione con la tradizione della Chiesa, trasferì il concilio a Ferrara nel 1438. I conciliaristi restati a Basilea proclamarono decaduto Eugenio IV ed elessero antipapa il duca di Savoia Amedeo VIII col nome di Felice V: si giunse al Piccolo Scisma d'Occidente, ricomposto nel 1449 con la spontanea deposizione di Amedeo.

A Ferrara arrivò una nutrita delegazione bizantina, per trattare la riunione delle Chiese latina ed ortodossa come premessa per l'aiuto occidentale a Costantinopoli e all'impero bizantino assediato dai turchi ottomani. Al concilio parteciparono l'imperatore Giovanni VIII Paleologo e il patriarca di Costantinopoli Giuseppe II e molti vescovi, dotti e teologi.


Ma Ferrara fu abbandonata durante uno stallo dei lavori, anche per problemi logistici e un’epidemia di peste in città. Cosimo il Vecchio, capostipite dei Medici, nel 1439 fece trasferire il concilio a Firenze. Si procedette all’effimero tentativo di riunificare le Chiese Latina e Bizantina, tentativo disperato dell'imperatore bizantino per ottenere aiuto dall'Occidente in vista dell'assedio sempre più stretto dei turchi a Costantinopoli (l'impero romano d'Oriente cadrà il 29 maggio 1453 per mano di Maometto II). I risultati del concilio non vennero ratificati; al ritorno a Costantinopoli della delegazione bizantina, la maggioranza dei vescovi e dignitari firmatari (21 su 31) ritrattarono l'appoggio e negarono l'accordo, anche per le rimostranze delle comunità bizantine.

Nel settembre 1443 Eugenio IV rientrò a Roma e vi trasferì il concilio. Nella sessione del 1444 al Laterano, sanzionò l'unione con la chiesa giacobita di Siria e Mesopotamia; in quella del 1445 sanzionò l'unione con le chiese Caldea e Maronita. In quell’anno fu dichiarato chiuso il concilio.

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