Siamo nella prima metà del 1400. Stefano, colto e amante dell’antica Repubblica Romana, maturò il pensiero di ricostituire in Roma una nuova repubblica, destituendo i papi del loro potere temporale.
Nella sua vita ebbe molti incarichi di prestigio: capitano del popolo a Firenze, podestà a Bologna, a Siena ed a Orvieto, protetto da Martino V Colonna, il papa che risolse lo scisma di occidente, al termine del periodo avignonese.
Ritornò a Roma durante il pontificato di Eugenio IV. Alla morte del pontefice, Stefano iniziò ad arringare il popolo con i suoi discorsi contro il potere papale. Quindi fu eletto Niccolò V (il papa che spostò la sede pontificia dal Laterano al Vaticano). Anche questo papa lo prese a ben volere, dandogli incarichi di prestigio. Per evitare problemi con il popolo, il Porcari fu mandato a Bologna. Qui vigilava su di lui il cardinal Basilio Bessarione (a proposito, non perdetevi una visita alla cappella omonima, situata nella basilica dei SS. Apostoli in Roma). Ma riuscì a fuggire, facendo ritorno per l’ultima volta a Roma. Siamo nel dicembre del 1452.
Con alcuni (non pochi) congiurati vuole occupare Castel S. Angelo ed il Campidoglio, imprigionare il papa e instaurare una nuova repubblica romana. Il tutto era previsto per il 6 gennaio del 1453. Ma il papa, avvertito della fuga dal cardinale Bessarione, scopre il piano segreto. Elimina fisicamente i congiurati, lo scova e lo reclude nel castello. Fu processato ed impiccato il 9 gennaio, nell’indifferenza generale.
Una delle poche manifestazioni del fatto fu la pasquinata comparsa qualche giorno dopo la condanna:
" Da quando è Nicolò papa e assassino abbonda a Roma il sangue e scarso è il vino".
Il corpo non venne mai trovato, forse gettato nel Tevere, qualcuno dice sepolto anonimamente nella chiesa della Traspontina. Insomma, un altro Cola di Rienzo, ma meno fortunato.
Questo blog è una raccolta disordinata dei miei appunti. Il tema principale è la storia di Roma.
Se passi per da queste parti, ti ringrazio. Se vuoi lascia pure un commento, ma abbi pazienza ... li guardo solo ogni tanto
Se passi per da queste parti, ti ringrazio. Se vuoi lascia pure un commento, ma abbi pazienza ... li guardo solo ogni tanto
mercoledì 28 agosto 2013
mercoledì 24 luglio 2013
Sti barbari!!!!
Dopo la caduta dell’Impero Romano (476 d. c.), vi è un susseguirsi di popoli che invadono la Penisola. Proviamo a fare una sintesi.
Gli Unni
I Vandali
I Normanni
Gli Svevi (Federico Barbarossa)
I Goti: Ostrogoti, Visigoti
III SEC.
|
IV SEC.
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V SEC.
|
VI SEC.
|
VII SEC.
|
|
GOTI
|
Si insediano in Germania orientale.
Entrano in contatto con i Romani
|
Si
scindono in Ostrogoti e Visigoti
|
Scontro
con gli Unni
|
Teodorico
re ostrogoto, riunisce i Goti
|
|
OSTROGOTI
|
Si
stabiliscono a Oriente
|
Regno
ostrogoto d’Italia
|
Sconfiggono
Odoacre che aveva deposto Romolo Augusto.
Il regno finisce con l’intervento dell’imperatore bizantino Giustiniano I [ guerra goto-bizantina del 535-553] |
||
VISIGOTI
|
Si
stabiliscono a Occidente.
Regno di Alarico e sacco di Roma del 410 |
Regno
visigoto di Spagna
|
Conversione
dall'arianesimo al credo niceno nel 589 [Concilio di Toledo]
|
Persecuzioni
antiebraiche nella penisola Iberica.
Il regno cadde per la conquista dei Mori (717) |
Gli Unni
IV SEC.
|
V SEC.
|
Popolo
nomade di stirpe mongola.
Giunge in Europa. Balimir, re degli Unni, sconfigge gli Alani. In seguito tentarono e, in parte, riuscirono a conquistare i territori dell’Impero romano. |
Costituzione
di un regno nell’Europa centrale, inglobando gli Alani, gli Slavi e i Goti.
Divenne loro re Attila (406-453). Nel 447 sconfisse Teodosio II, imperatore bizantino. Con Genserico, re dei Vandali, invase la Gallia (451). L’esercito romano, guidato da Ezio, assieme ai Visigoti guidati da Teodorico, sconfissero gli Unni. Nel 452 Attila invase l’Italia, ma presso il Mincio accettò la tregua proposta da Valentiniano III e papa Leone I, anche per l’epidemia di colera che divampava in Pianura Padana. Dopo la morte di Attila (453) il regno Unno si disintegrò per lotte di successione. |
I Vandali
II SEC.
|
V SEC.
|
VI SEC.
|
Popolazione
di origine germanica.
Trattato di pace con i Romani, si stanziano in Dacia (Romania) e Pannonia (Ungheria). |
455,
sacco di Roma con i Vandali di Genserico; Leone I lo implorò di risparmiare
la popolazione e la città.
Nel 474 fu stipulata la pace perpetua con l'imperatore d’Oriente Zenone ed i Vandali. Questi concessero libertà di culto agli ortodossi e la nomina di un nuovo titolare alla carica vescovile di Cartagine. Zenone, nel 476, confermò ai Vandali il possesso di tutta la provincia d'Africa, le Baleari, la Corsica, la Sardegna e la Sicilia. |
Alleanza
con gli Ostrogoti.
Divenne re Ilderico, di fede Cattolica e non Ariana. Non fu amato dal suo popolo. Lotta tra Belisario e i Vandali: ingresso trionfale di Belisario in Cartagine. Fine del dominio Vandalo (ultimo re fu Galimero -534). |
Gli Alemanni
III – IV SEC.
|
V-VI SEC.
|
Originari
della Germania (regione a nord del fiume Meno), furono sconfitti da
Caracalla.
|
Furono
sconfitti da Clodoveo, re dei Franchi.
Tentarono un’alleanza con i Goti, ma Vitige (re degli Ostrogoti e re d’Italia dal 536 al 540) cedette la loro terra ai Franchi. Si convertirono al Cristianesimo |
I Longobardi
II – IV SEC.
|
VI SEC.
|
VII SEC.
|
VIII SEC.
|
Originari
del corso dell’Elba, migrarono verso l’Italia, convertendosi all’Arianesimo
|
Re
Alboino (568) diede vita ad un regno italiano, suddiviso in ducati, ciascuno
con propria autonomia.
La capitale fu Pavia. I Bizantini conservarono: l'Esarcato (la Romagna, con capitale Ravenna), la Pentapoli (Ancona, Pesaro, Fano, Senigallia e Rimini), gran parte del Lazio (inclusa Roma) e del sud Italia. Alboino fu vittima della congiura di Verona, ideata dalla moglie Rosmunda. Fu nominato re Autari (584) assurgendosi a protettore di tutti i romani, sposò Teodolinda. Dopo la morte di Autari, Teodolinda sposa Agilulfo. Era in buoni rapporti con papa Gregorio Magno. |
Nel
636 sale al trono Rotari –ariano, regnò fino al 652 conquistando quasi tutta
l'Italia settentrionale. E’ celebre l’Editto di Rotari che codificava le
norme germaniche e che sostituiva la faida con il guidrigildo, cioè La
quantità di beni che l'offensore doveva dare all'offeso per riscattarsi dalla
vendetta di lui o dei suoi parenti.
Nel 689 fu domata la ribellione fra le due regioni della Langobardia Maior: da un lato le regioni occidentali ("Neustria"), fedeli ai sovrani Bavaresi, filo-cattoliche e sostenitrici della politica di pacificazione con Bisanzio e Roma; dall'altra le regioni orientali ("Austria"), che non si rassegnavano a una mitigazione del carattere guerriero del popolo. |
Nel
712 divenne re Liutprando che si alleò con i Franchi.
Nel 726 si impadronì dell'Esarcato e della Pentapoli. Per non inimicarsi il papa rinunciò all'occupazione di Sutri, che restituì al papa (donazione di Sutri, il precedente che attribuì il potere temporale al papato, predisponendo la nascita dello Stato della Chiesa). Nel 739 assediò Roma: il papa chiese aiuto a Carlo Martello che riuscì a far desistere il re longobardo. Nel 749 divenne re Astolfo che conquistò quasi interamente l’Italia, ma Pipino il Breve, re dei Franchi, sgominò l’esercito longobardo (754). Infine fu re Desiderio (756) che riaffermò il controllo dei Longobardi sul territorio e diede una delle sue figli in sposa a Carlo Magno. Il dominio longobardo terminò nel 774, alla sua morte |
III SEC.
|
IV SEC.
|
Inizialmente
era una piccola tribù stanziata nel Reno.
Poi divenne una confederazione composta dai Sali (attuale Olanda, nord del Reno) e Ripuari (sud del Reno). Tentarono più volte di invadere l’Impero Romano. |
Costanzo
II e Giuliano li gli assegnarono parte della Gallia Belgica come foederati
dell'Impero.
Da qui i Franchi si estesero gradualmente in gran parte della Gallia romana, difendendo i confini dell'Impero. |
V SEC.
|
VI SEC.
|
|
Merovingi
|
Divennero
governanti delle popolazioni gallo-romane.
Meroveo era il re dei Salii. Combatterono a fianco dei Romani contro gli Unni. Clodoveo I sconfisse i Visigoti; si convertì al cattolicesimo. |
La
divisone delle terre con i propri figli, le lotte intestine, le continue
divisioni e riunificazioni, indebolirono il potere centrale a vantaggio
dell’aristocrazia
|
VII SEC.
|
VIII SEC.
|
IX SEC.
|
|
Carolingi
|
Fine
della dinastia Merovingia (re fannulloni).
Pipino di Herstal riunifica i Franchi. |
Suo
figlio Carlo Martello fermò gli Arabi a
Poitiers.
Suo figlio Pipino il Breve diviene re dei Franchi con il placet di papa Stefano II (754), dopo aver sconfitto Astolfo re dei Longobardi. Nacque in quegli anni la leggenda della donazione di Costantino. Pipino mori nel 768 e dopo di lui divenne re Carlo Magno (Rex Francorum et Langobardorum). Il suo regno andava dai Pirenei a quasi tutta la Francia odierna e a gran parte della Germania, dell'Italia e dell'Austria. Nell'800 Carlo fu incoronato Imperatore da Papa Leone III a Roma, l'Impero franco fu visto come il successore dell'Impero Romano d'Occidente. |
Ala
morte di Carlo, gli successe suo figlio Ludovico il Pio, alla cui morte, dopo
la guerra civile fra i tre figli sopravvissuti, si giunse all’accordo con il
Trattato di Verdun (843):
1.Il
figlio più vecchio, Lotario ricevette il titolo Imperatore e governò il Regno
Franco Centrale (Italia (settentrionale, Provenza, Borgogna e Lotaringia.
Questo regno venne a sua volta diviso tra i suoi tre figli in Lotaringia,
Borgogna (o Provenza) e Italia.
2.Il
secondo figlio, Ludovico il Germanico, divenne re dei Franchi orientali.
Quest'area è il nucleo del successivo Sacro Romano Impero, che si sarebbe evoluto
nella moderna Germania.
3.Il
terzo figlio, Carlo il Calvo, divenne re dei Franchi occidentali: l'area su
cui venne fondata in seguito la Francia.
|
I Normanni
Origini
|
XI sec.
|
XII sec.
|
Popolo
contadino della Scandinavia, di origine germanica, insediati in Danimarca,
Svezia e Norvegia.
Le popolazioni normanni delle coste vennero anche detti Vichinghi. |
I
Normanni cominciarono a stabilirsi verso il sud Europa, specie come mercenari
per la difesa delle città costiere dell’Italia contro gli attacchi saraceni.
La famiglia degli Altavilla riuscì a unificare gran parte dell’Italia meridionale. Melfi divenne la capitale del ducato di Puglia e Calabria e sede di cinque concili. Nel 1059 Roberto il Guiscardo degli Altavilla si dichiarò vassallo del pontefice e scacciò dal meridione ciò che restava dell’influenza bizantina. Ruggero Bosso, fratello del Guiscardo invase la Sicilia, creando il regno normanno di Sicilia. |
Ruggero
II, figlio di Ruggero Bosso, fu nominato re di Sicilia, duca di Puglia e
Calabria e conquistò il ducato di Napoli. Diede un’organizzazione feudale ai
suoi territori, strettamente legata al sovrano.
Nel 1189 vi fu un problema di successione: Guglielmo il Buono aveva indicato come successore Costanza d’Altavilla, ma una parte della corte (sperando nell’appoggio papale), simpatizzava per il figlio illegittimo Tancredi che fu nominato nel 1189 re di Sicilia.
Nello
stesso anno, Enrico IV di Svevia, sposo di Costanza, iniziò la conquista dl
regno, che avvenne alla morte di Tancredi (1194). Costanza diede alla luce
Federico II.
|
Gli Svevi (Federico Barbarossa)
Origini
|
XII sec.
|
Dal XIII sec.
|
Popolazione
germanica del Mar Baltico, divennero parte della confederazione degli
Alemanni.
Una parte degli Svevi migrò verso il Portogallo e la Galizia (finì nel 558 d. c.). |
Federico
Barbarossa – Federico I Hohenstaufen – imperatore del Sacro Romano Impero
(1122 – 1190).
Federico I rafforzò l'autorità imperiale. Nel 1153, indisse la dieta a Costanza a cui parteciparono anche gli ambasciatori di papa Eugenio III (1145-53); egli espresse parità tra potere politico e ribadì i suoi diritti per l’elezione dei vescovi tedeschi, rispettando il prestigio della Chiesa in cambio della promessa di essere incoronato imperatore; fu stabilito di non cedere territori italiani all’imperatore bizantino Manuele I Comneno. |
Alla
morte di Corradino, il ducato di Svevia venne suddiviso in piccole unità.
Nacque la dinastia degli Asburgo. Nel XV sec. fu costituita la Lega Sveva, unendo i vari ducati per contrastare il potere delle grandi città. Ma la Lega si dissolse con l’avvento della Riforma protestante per divergenze teologiche. I territori appartenenti agli Asburgo, gli Hohenzollerns e i marchesi di Baden-Baden rimasero Cattolici, il restante seguì il Protestantesimo. |
Guelfi (Bianchi e Neri) e Ghibellini
(dal XII sec. al XIV sec.)
Guelfi
|
Nella
lotta per le investiture, i guelfi sostenevano il papato.
Scissione dei Guelfi in Bianchi e Neri, nata a Pistoia all’interno della famiglia dei Cancellieri. I Guelfi vennero esiliati a Firenze (1296) |
Bianchi
|
Appoggiati
dalla famiglia dei Cerchi.
Difendevano il Pontefice non precludendo il ritorno dell'imperatore. Seguì un avvicinamento con i Ghibellini. |
Neri
|
Appoggiati
dalla famiglia dei Donati.
Trovavano indispensabile che il governo dovesse essere affidato al papa perché missus dominici ("mandato dal Signore"). Vinsero lo scontro a Firenze con i rivali Bianchi, che furono mandati in esilio (tra questi Dante Alighieri) |
||
Ghibellini
|
I ghibellini sostenevano l'Imperatore del Sacro Romano Impero
|
venerdì 17 maggio 2013
Glossario romano ... tanto per ricordarsene al volo
ogni tanto aggiungo qualcosa ...
CENTURIA: unità, originariamente di 100 uomini, in cui Servio Tullio suddivise la cittadinanza in base al censo, a scopo militare e politico.
COMIZIO (andare insieme): luogo ove si adunavano i cittadini.
COMIZIO CENTURIATO: assemblea per l’elezione dei magistrati, l’approvazione delle leggi e il giudizio di speciali processi.
COMIZIO CURIATO: assemblea del popolo ove venivano investivano del potere i re e i magistrati; erano interpellati in caso di dichiarazione di guerre.
CURIA: la più antica ripartizione politica e religiosa del popolo romano, attribuita a Romolo, il quale avrebbe diviso i cittadini in tre tribù (Tizî, Ramni e Lùceri) e ciascuna di queste tribù in dieci curie, le quali funzionavano come ufficio dello stato civile e di leva, riunendosi in assemblea nei comizî curiati.
DITTATORE: nella Roma repubblicana, magistrato straordinario investito di pieni poteri civili e militari, che rimaneva in carica sei mesi.
PONTEFICE: ciascuno dei membri del collegio a carattere giuridico-sacerdotale presieduto da un pontefice massimo . Il termine pontifex (da pons «ponte» e tema di facere «fare») inizialmente forse designava colui che curava la costruzione del ponte sul Tevere. Il numero dei pontefici variò nel corso del tempo. Nel 300 a.C. fu aperto alla partecipazione dei plebei (precedentemente la condizione patrizia era requisito indispensabile per accedere al pontificato).
TRIBUNO: magistrato, funzionario ed ufficiale le cui funzioni erano connesse alle tribù.
TRIBUNO DELLA PLEBE: magistrati eletti annualmente dalla plebe (da 2 a 10, a seconda dei tempi) per difendere i plebei contro gli abusi del potere statuale; erano dotati di facoltà solo negative (l’intercessione, cioè il veto o l’annullamento dell’atto o del decreto), di un potere derivante non dalla legge ma dal sostegno del popolo, tuttavia molto ampio.
TRIBUNO MILITARE: ufficiali superiori della legione romana (all’inizio erano 3, poi 6): in età repubblicana erano subordinati al console, eletti dal popolo (inizialmente venivano invece nominati dai magistrati) e comandavano collegialmente la legione, due per volta con turno mensile. Oltre che nella legione, in età imperiale vi furono tribuni anche a capo di alcuni reparti ausiliari e delle coorti di stanza a Roma.
TRIBUNO PAGATORE: capi elettivi delle tribù, con funzioni amministrative tra le quali il compito di distribuire il soldo alle reclute (donde il nome), col tempo sostituiti in questa funzione dai questori.
CENTURIA: unità, originariamente di 100 uomini, in cui Servio Tullio suddivise la cittadinanza in base al censo, a scopo militare e politico.
COMIZIO (andare insieme): luogo ove si adunavano i cittadini.
COMIZIO CENTURIATO: assemblea per l’elezione dei magistrati, l’approvazione delle leggi e il giudizio di speciali processi.
COMIZIO CURIATO: assemblea del popolo ove venivano investivano del potere i re e i magistrati; erano interpellati in caso di dichiarazione di guerre.
CURIA: la più antica ripartizione politica e religiosa del popolo romano, attribuita a Romolo, il quale avrebbe diviso i cittadini in tre tribù (Tizî, Ramni e Lùceri) e ciascuna di queste tribù in dieci curie, le quali funzionavano come ufficio dello stato civile e di leva, riunendosi in assemblea nei comizî curiati.
DITTATORE: nella Roma repubblicana, magistrato straordinario investito di pieni poteri civili e militari, che rimaneva in carica sei mesi.
PONTEFICE: ciascuno dei membri del collegio a carattere giuridico-sacerdotale presieduto da un pontefice massimo . Il termine pontifex (da pons «ponte» e tema di facere «fare») inizialmente forse designava colui che curava la costruzione del ponte sul Tevere. Il numero dei pontefici variò nel corso del tempo. Nel 300 a.C. fu aperto alla partecipazione dei plebei (precedentemente la condizione patrizia era requisito indispensabile per accedere al pontificato).
TRIBUNO: magistrato, funzionario ed ufficiale le cui funzioni erano connesse alle tribù.
TRIBUNO DELLA PLEBE: magistrati eletti annualmente dalla plebe (da 2 a 10, a seconda dei tempi) per difendere i plebei contro gli abusi del potere statuale; erano dotati di facoltà solo negative (l’intercessione, cioè il veto o l’annullamento dell’atto o del decreto), di un potere derivante non dalla legge ma dal sostegno del popolo, tuttavia molto ampio.
TRIBUNO MILITARE: ufficiali superiori della legione romana (all’inizio erano 3, poi 6): in età repubblicana erano subordinati al console, eletti dal popolo (inizialmente venivano invece nominati dai magistrati) e comandavano collegialmente la legione, due per volta con turno mensile. Oltre che nella legione, in età imperiale vi furono tribuni anche a capo di alcuni reparti ausiliari e delle coorti di stanza a Roma.
TRIBUNO PAGATORE: capi elettivi delle tribù, con funzioni amministrative tra le quali il compito di distribuire il soldo alle reclute (donde il nome), col tempo sostituiti in questa funzione dai questori.
giovedì 9 maggio 2013
Il dio Pan: quando l'estetica è una condanna
Sua madre – la ninfa Driope - fuggì terrorizzata vedendolo per la prima volta. Era deforme, l’aspetto caprino. Suo padre, Ermes, ebbe pietà di lui: lo avvolse in una pelle di lepre e lo portò nell’Olimpo. Ma divenne lo zimbello degli dei, deriso da tutti, specie da Dioniso. Qualcuno di loro ipotizzò che fosse il frutto dell’accoppiamento tra Zeus ed una capra.
Quando crebbe lasciò l’Olimpo. Era inguardabile, da solo vagava tra i monti dell’Arcadia, pascolando greggi ed allevando api. Divenne, così, un dio terrestre; amante della natura, allegro e spensierato.
Salvò Zeus dal mostro Tifone con un urlo agghiacciante e il padre degli dei – per riconoscenza – gli dedicò un segno zodiacale: il capricorno.
A causa della sua bruttezza, venne rifiutato e fu costretto ad “amare” se stesso. Si innamorò della Ninfa Siringa che per sfuggirgli si trasformò in canna. Era generoso, pronto ad aiutare chiunque gli chiedesse aiuto, ma era brutto! Non resse alla contrapposizione della bellezza incarnata da Venere, Apollo, Ganimede: fu l’unico dio che morì, come riferì il navigatore Tamo.
Nel tempio di Delfi c’era una sua statua e quando i Galli invasero la città, rimasero terrorizzati dal suo aspetto, fuggirono: furono colti – per così dire – dal “timor pan … ico”. Sì! panico deriva proprio da Pan.
La religione Cristiana si ispirò a lui per creare l’iconografia del demonio, di Satana stesso.
Come vedete, da sempre la bellezza conta. L’essere sgradevoli d’aspetto penalizza, al di là dell’esser più o meno generosi con gli altri.
Quando crebbe lasciò l’Olimpo. Era inguardabile, da solo vagava tra i monti dell’Arcadia, pascolando greggi ed allevando api. Divenne, così, un dio terrestre; amante della natura, allegro e spensierato.
Salvò Zeus dal mostro Tifone con un urlo agghiacciante e il padre degli dei – per riconoscenza – gli dedicò un segno zodiacale: il capricorno.
A causa della sua bruttezza, venne rifiutato e fu costretto ad “amare” se stesso. Si innamorò della Ninfa Siringa che per sfuggirgli si trasformò in canna. Era generoso, pronto ad aiutare chiunque gli chiedesse aiuto, ma era brutto! Non resse alla contrapposizione della bellezza incarnata da Venere, Apollo, Ganimede: fu l’unico dio che morì, come riferì il navigatore Tamo.
Nel tempio di Delfi c’era una sua statua e quando i Galli invasero la città, rimasero terrorizzati dal suo aspetto, fuggirono: furono colti – per così dire – dal “timor pan … ico”. Sì! panico deriva proprio da Pan.
La religione Cristiana si ispirò a lui per creare l’iconografia del demonio, di Satana stesso.
Come vedete, da sempre la bellezza conta. L’essere sgradevoli d’aspetto penalizza, al di là dell’esser più o meno generosi con gli altri.
giovedì 2 maggio 2013
Enea, Romolo e Remo
Così ci racconta Tito Livio.
Tutto nasce dall'incendio di Troia: Enea si salva, fugge col padre Anchise ed il figlio Ascanio. Giunge sulle coste laziali e si sposa con Lavinia, figlia del re Latino, monarca dell'omonima popolazione indigena. Nasce così la stirpe latino-troiana ed Enea fonda Lavinium (nei pressi dell'attuale Pratica di Mare).
Ma scoppia la guerra con Turno, re dei Rutuli, promesso sposo di Lavinia. Turno si allea con gli Etruschi di Cerveteri ed uccide Latino. Il troiano reagisce: vince la guerra ed uccide di suo pugno Turno; inizia così la supremazia degli antesignani del popolo romano.
Enea scompare per mano divina, mentre Ascanio fonda Alba Longa: siamo nel 1.100 a. c..
Passano circa 400 anni. Ad Alba Longa regna il buon Numitore che ha una figlia bellissima: Rea Silvia. Amulio, fratello di Numitore, lo scalza dal trono. Il nuovo re, non volendo una discendenza maschile che mettesse in pericolo il suo regno, costringe Rea Silvia a diventare sacerdotessa di Vesta, costringendola alla verginità. Ma era talmente bella che Marte se ne invaghisce e la possiede. E' lo scandalo: una vestale incinta! Amulio ha gioco facile nel condannare a morte Romolo e Remo, frutto della passione tra il dio e la vestale.
Rea Silvia cerca di salvare i suoi figlioletti: come accadde per Mosè, anch'ella abbandona i piccoli su una cesta in balia delle acque del Tevere.
Vaga una lupa per la campagna punteggiata da bassi colli. E' incredula per la perdita dei suoi cuccioli, uccisi da un predatore. Ha sete, scende verso il fiume. Mentre si disseta sente un disperato vagito. Sotto un fico, in un acquitrino, vede la cesta con i neonati. L'istinto materno vince: comincia ad allattarli.
Faustolo, un allevatore di porci, vede la scena e si commuove; porta i due gemelli nella sua capanna dove c'è la moglie Acca Larenzia. Li adottano, crescono belli, sani e forti.
Ormai ragazzo, Remo viene rapito dai banditi al soldo di Amulio. Suo fratello, Romolo, interviene uccidendo Amulio l'usurpatore, rimettendo sul trono il nonno Numitore. Il re di Alba Longa li invita a fondare una nuova città nei pressi di un'ansa del fiume (una "ruma", come la chiamavano gli Etruschi), ove il guado era facile.
Ma scoppia un diverbio tra fratelli: litigano sul colle ove fondare la comunità (Romolo aveva deciso per il Palatino, Remo per l'Aventino). Allora decideranno gli auspici: Remo sogna sei avvoltoi, Romolo afferma di averne sognati dodici!
Così Romolo si proclama vincitore della disputa e con un aratro traccia il solco che stabilirà il
confine della nuova città. Ma Remo reagisce: contrariamente a quanto stabilito dal
fratello, oltrepassa tale solco, cioè invade la città, violando il recinto sacro (il pomerio), venendo ucciso dal fratello.
Raffaello Sanzio: Enea e Anchise in fuga da Troia in fiamme |
Ma scoppia la guerra con Turno, re dei Rutuli, promesso sposo di Lavinia. Turno si allea con gli Etruschi di Cerveteri ed uccide Latino. Il troiano reagisce: vince la guerra ed uccide di suo pugno Turno; inizia così la supremazia degli antesignani del popolo romano.
Enea che uccide Turno |
Passano circa 400 anni. Ad Alba Longa regna il buon Numitore che ha una figlia bellissima: Rea Silvia. Amulio, fratello di Numitore, lo scalza dal trono. Il nuovo re, non volendo una discendenza maschile che mettesse in pericolo il suo regno, costringe Rea Silvia a diventare sacerdotessa di Vesta, costringendola alla verginità. Ma era talmente bella che Marte se ne invaghisce e la possiede. E' lo scandalo: una vestale incinta! Amulio ha gioco facile nel condannare a morte Romolo e Remo, frutto della passione tra il dio e la vestale.
Enea e Lavinia |
Vaga una lupa per la campagna punteggiata da bassi colli. E' incredula per la perdita dei suoi cuccioli, uccisi da un predatore. Ha sete, scende verso il fiume. Mentre si disseta sente un disperato vagito. Sotto un fico, in un acquitrino, vede la cesta con i neonati. L'istinto materno vince: comincia ad allattarli.
Faustolo, un allevatore di porci, vede la scena e si commuove; porta i due gemelli nella sua capanna dove c'è la moglie Acca Larenzia. Li adottano, crescono belli, sani e forti.
Pieter Paul Rubens: Romolo e Remo allattati dalla lupa |
Remo prigioniero al cospetto di Amulio sul trono |
Il Cavalier d'Arpino: la fondazione di Roma |
confine della nuova città. Ma Remo reagisce: contrariamente a quanto stabilito dal
fratello, oltrepassa tale solco, cioè invade la città, violando il recinto sacro (il pomerio), venendo ucciso dal fratello.
E' il 21 aprile del 753 a. c., ovvero l'anno 0 ad urbe condita
lunedì 15 aprile 2013
La caduta dell'Impero Romano (395 d.c. – 476 d.c.)
Onorio (nato nel 384 - imperatore dal 393 al 423)
Costanzo III (nato nel 370 - imperatore nel 421)
Valentiniano III (nato nel 419 - imperatore dal 425 al 455)
Petronio Massimo (nato nel 397 - imperatore nel 455)
Avito (nato nel 395 - imperatore dal 455 al 456)
Maggioriano (nato nel 420 - imperatore dal 457 al 461)
Libio Severo (nato nel 420 - imperatore dal 461 al 465)
Antemio (nato nel 420 - imperatore dal 467 al 472)
Anicio Olibrio (nato nella prima metà del 400 - imperatore nel 472)
Glicerio (nato nel 420 - imperatore dal 473 al 474)
Giulio Nepote (nato nel 420 - imperatore dal 474 al 475)
Romolo Augusto (nato nel 459 - imperatore dal 475 al 476)
Tutto iniziò con Romolo, beffardamente terminò con il suo omonimo Augusto un adolescente, definito con scherno dalla storia Augustolo ... che fatica!
- Vero nome: Flavio Onorio
- Caratteristiche: figlio di Teodosio I. Fratello di Arcadio, nominato nel frattempo imperatore d’Oriente. Aveva un carattere bizzarro, si dice non avesse avuto rapporti con nessuna delle sue mogli e fosse molto affezionato alle sue galline (una di queste la chiamò Roma). Abolì i giochi gladiatori per ingraziarsi la chiesa. Durante la sua infanzia venne affidato dal padre al generale Vandalo Stilicone. Mentre egli risiedeva a Ravenna, Alarico, re dei Visigoti, saccheggiò pesantemente Roma (420). Morì di idropisia, lasciando l’impero nello sfascio più totale.
Onorio |
- Vero nome: Flavio Costanzo
- Caratteristiche: generale sotto l’impero di Onorio, ne sposò la sorella Galla Placidia. Fu padre di Valentiniano III. Ebbe risentimento con l’imperatore d’Oriente Teodosio II, quest’ultimo sperava di riunificare l’impero dopo la morte di Onorio. Pare fosse incorruttibile all’inizio della sua carriera, per diventare alla fine venale. Morì improvvisamente
Costanzo III |
- Vero nome: Flavio Placido Valentiniano
- Caratteristiche: figlio di Costanzo III e di Galla Placidia. Uccise Ezio, valido generale romano, per invidia. Ezio aveva sconfitto Attila nel 451. Con lui l’impero completò il suo declino. Venne assassinato sulla via Prenestina. Assieme a Teodosio II concordò la validità reciproca, in Occidente e in Oriente, delle norme del Codice Teodosiano (438).
Valentiniano III |
- Vero nome: Petronio Massimo
- Caratteristiche: concorse all’assassinio di Ezio e di Valentiniano III. Costrinse la vedova dell'imperatore, Eudossia, a sposarlo e dette in sposa a suo figlio Palladio la figlia di lei Eudocia. Fu ucciso dalla plebe quando tentò di fuggire dai Vandali di Genserico.
Petronio Massimo |
- Vero nome: Flavio Eparchio Avito
- Caratteristiche: ricondusse la Pannonia sotto il governo imperiale. Fu dichiarato decaduto dal Senato, in seguito venne nominato vescovo di Piacenza. Dopo poco tempo, mentre tentava di fuggire segretamente, fu ucciso dai soldati di Ricimero (generale romano, famoso per le sue vittorie contro i Vandali) e di Maggioriano.
Avito |
- Vero nome: Giulio Valerio Maggioriano
- Caratteristiche: venne acclamato dalle truppe a Ravenna, ma a lui fu ostile Leone I, imperatore d’Oriente. Respinse un tentativo di invasione dei Vandali nell’Italia meridionale. Ma loro stessi lo sconfissero in Spagna. Tornato in Italia fu imprigionato su ordine di Ricimero e ucciso.
Maggiorano |
- Vero nome: Libio Severo
- Caratteristiche: fu voluto come imperatore da Ricimero, ma anch’egli ebbe l’ostilità di Leone, imperatore d’Oriente. Combatté contro i Vandali di Genserico. Pare sia morto per cause naturali.
Libio Severo |
- Vero nome: Procopio Antemio
- Caratteristiche: nel 467 Antemio fu scelto per aiutare Ricimero a fronteggiare Genserico, re dei Vandali. Antemio giunse in Italia con un forte esercito e fu acclamato Augusto a Roma il 12 aprile 467. Ma Ricimero tramò contro Antemio e si giunse ad una lotta aperta. Ricimero si stabilì a Milano, pronto a invadere Roma. Nel 472 scoppiò a Roma la guerra civile quando Ricimero nominò Olibrio imperatore (addirittura appoggiato da Genserico). Antemio fu sconfitto nei pressi della Mole Adriana, rifugiandosi nella chiesa di S. Crisogono in Trastevere, ma fu scoperto e ucciso (11 luglio 472).
Antemio |
- Vero nome: Flavio Anicio Olibrio
- Caratteristiche: sposò Placidia, figlia di Valentiniano III, rimase in carica per soli cinque mesi, nominato imperatore da Ricimero. Nel frattempo quest’ultimo morì. Il regno di Olibrio è stato caratterizzato dalla sua forte religiosità nei confronti del Cristianesimo. Morì per malattia.
Anicio Olibrio |
- Vero nome: Flavio Glicerio
- Caratteristiche: ebbe l’ostilità di Leone I, imperatore d’Oriente, il quale gli mosse contro l’esercito comandato dal generale Giulio Nepote. Fu fatto prigioniero a Porto e nominato vescovo di Salona (città della Dalmazia), venendo quindi deposto. Sicuramente si hanno notizia della sua esistenza in vita fino al 480.
Glicerio |
- Vero nome: Flavio Giulio Nepote
- Caratteristiche: era il comandante delle truppe in Dalmazia. Oreste, capo delle milizie della Gallia, si ribellò, nominando imperatore il proprio figlio Romolo Augusto. Egli si rifugiò in Dalmazia, conservando il titolo d'imperatore anche dopo la deposizione di Augusto. Venne ucciso presso Salona da due suoi seguaci .
Giulio Nepote |
- Vero nome: Romolo Augusto
- Caratteristiche: divenne imperatore a sedici anni; detto Augustolo per la sua giovane età. Il padre Oreste fu il vero governatore finché Odoacre, generale romano di origini germaniche il quale lo sconfisse. In seguito Romolo Augusto fu deposto e mandato a Napoli. Finì l’Impero Romano e Odoacre fu nominato re d’Italia.
Romolo Augusto |
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