Sin dall'antichità il Tevere a Roma era attraversato da ponti. Nella cartina seguente sono riportate le loro ubicazioni.
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1) ponte Elio, 2) ponte neroniano o trionfale, 3) ponte di Agrippa, 4) ponte Aureliano o Valentiniano, 5) ponte Cestio, 6) ponte Fabricius, 7) ponte Emilio, 8) ponte Sublicio, 9) ponte di Probo |
Il
ponte Elio (1) fu costruito da
Adriano nel 134 per mettere in comunicazione la città con il suo mausoleo. Costruito in peperino, ebbe vari nomi: ponte
Sant'Angelo,
Adriano,
San Pietro e
Castello. Conserva attualmente dieci angeli in marmo; due di questi, in origine scolpiti da
Bernini, sono stati sostiuti da copie (quello col cartiglio e quello con la corona di spine); gli originali si trovano nella chiesa di Sant'Andrea delle Fratte in Campo Marzio. Una notizia di cronaca: nell'anno santo del 1450 un parapetto crollò causando moltissimi morti.
Il
ponte Neroniano o
Trionfale (2) fu costruito da
Nerone per l'attraversamento del fiume della via Trionfale. Forse fu costruito da
Caligola per collegare il suo
Circo che si trovava più o meno nella zona dell'attuale
piazza San Pietro. Dal VI secolo non si hanno più notizie, i suoi resti sono visibili da
ponte Vittorio nei peridi di magra del fiume.
Il
ponte di Agrippa (3) (egli era il marito di
Giulia, figlia di
Augusto), detto anche
Gianicolense, si trovava nei pressi dell'attuale
ponte Sisto. Dopo il restauro del 147 ad opera di
Antonino Pio, probabilmente assunse il nome di
ponte Aureliano e
Valentiniano (4). In effetti ad oggi non è chiaro se questi fossero lo stesso ponte oppure due opere separate. Forse il punto (3) della piantina non è il ponte di Agrippa ma i resti di una fortificazione del Medio Evo. Fu restaurato da papa
Sisto IV dal quale ereditò il nome.
I
ponti Cestio (5) [46 a.C.] e
Fabricius (6) [62 a.C.] collegano tutt'ora l'
Isola Tiberina rispettivamente verso
Trastevere e verso il
Campo Marzio. Il Cestio venne chiamato anche
pons Aurelius,
pons Gratiani,
ponte di San Bartolomeo o
ponte Ferrato. Il Fabricius, detto anche
ponte dei Quattro Capi o
pons Judaeorum, è il più antico ancora esistente. Una curiosità: il nome "
Quattro Capi" pare sia dovuto ad una profonda discordia fra quattro architetti, che, incaricati da
Sisto V del restauro del ponte, finirono per passare alle vie di fatto per futili motivi e, per questo, il papa, alla fine dei lavori, li condannò alla decapitazione.
Il
ponte Emilio (7), detto anche
ponte Rotto, risale al 179 a.C. Fu soggetto a numerose distruzioni per piene ed alluvioni, fu più volte ricostruito fino al 1598 data in cui fu per l'ennesima volta distrutto e mai più ricostruito (da qui l'appellativo di ponte Rotto). Di esso resta un'arcata nei pressi del
ponte Palatino.
Dell'antico
ponte Sublicio (8) non resta più alcuna traccia. La tradizione vuole che sia stato costruito da
Anco Marzio (642 - 617 a.C.) e si trovava a valle dell'Isola Tiberina. Il nome deriva dal termine "
sublica" cioè "
tavole di legno". Il ponte era infatti costruito originariamente interamente in legno e vi è legato il mitico episodio di
Orazio Coclite che da solo riuscì a frenare l’avanzata degli Etruschi di
Porsenna, mentre i compagni demolivano il ponte. Anche questo ponte era costruito in legno, anche per facilitarne lo smontaggio per evitare gli attacchi dei nemici. Non ne resta più alcuna traccia. Lomonimo ponte attuale è stato costruito più a valle.
Il ponte più a valle era il
ponte di Probo (9). Era conosciuto come
ponte di Teodosio o
ponte Nuovo. Fu costruito dall'imperatore Probo verso il 280 e collegava l’Aventino con Trastevere. Non è chiara la data della sua distruzione, oggi non restano tracce.
Nella cartina non ho riportato l'ubicazione di uno dei ponti più antichi,
ponte Milvio, che è il più settentrionale. Nel Medio Evo veniva chiamato
ponte Mollo. Le prime notizie si hanno a partire dal IV secolo a.C., in origine in legno costruito da un tal
Molvius (da cui Milvio), fu poi ricostruito in muratura nel 110 a. C. dal magistrato
Marco Emilio Scauro. Fu teatro della battaglia tra Costantino e Massenzio (312 d.C.). Il termine "
Mollo" forse è una storpiatura di Molvius o forse deriva da una storia medievale ove si narra che un tal
Frate Acuzio organizzò una colletta per ricostruire il ponte "
il quale era per terra".